mercoledì 30 maggio 2012

le tre botteghe che vendono cose che non capisco

non capivo cosa fossero le tre botteghe sulla mia strada, 寿衣寿盒, vestiti e scatole, e non mi davo la pena di cercare il carattere ripetuto.
tutte e tre le botteghe stranamente vendono le stesse cose, piuttosto lussuose e apparentemente non di uso quotidiano, tessuti sgargianti in confezioni tipo i nostri piumini da letto, chiusi in grosse borse quadrate di plastica trasparente con cerniera. quanto alle scatole, da fuori non vedevo nessuna scatola. sono stata diverse volte lì lì per entrare e chiedere, ma poi lasciavo perdere, pensando che prima o poi avrei potuto chiedere a un amico. mi sembrava strano, su una strada di case popolari, queste tre botteghe. e continuavo a leggere sbagliato il carattere che non conoscevo, 寿 lo leggevo 套, "set".
ieri ho osservato meglio il carattere e oggi ho chiesto all'insegnante.
sono gli abiti funebri e le scatole per le ceneri. i cinesi vengono sepolti con l'abito tradizionale. ma perché tre in un venti metri di strada?
perché abiti di fianco all'ospedale. ah, vedi.  

una soluzione armoniosa alle preoccupazioni sociali

un paese dove il dissenso è così represso che un coro degli scontenti http://www.complaintschoir.org/ ha cantato a canton il 20 maggio (su prezzi, condizioni di lavoro, mezzi pubblici), e ha un articolo a tutta pagina del china daily dedicato, con interviste e due grandi fotografie a colori.

lunedì 28 maggio 2012

martin jacques, when china rules the world

ieri sera sono andata a sentire martin jacques http://www.martinjacques.com/, when china rules the world, al bookworm.
martin jacques è un oratore mediocre, e mi è sembrato dicesse delle ovvietà senza circostanziarle, con largo uso di petizioni di principio. china is different. il libro è un best seller, con tutti i limiti scientifici dei bestseller. ero intenzionata a non parlarne neppure, ma viste le reazioni indignate del pubblico (sulla tesi, non sulla qualità degli argomenti) e questo ultimo articolo letto di passaggio su tibet e diritti umani, provo invece a riassumere alcuni punti.
intanto, il signor jacques consiglia un altro best seller, che vi segnalo:
THE CHINA WAVE, Rise of a Civilizational State, by Weiwei Zhang (Fudan University, China, Chunqiu Institute, China & Geneva School of Diplomacy and International Relations, Switzerland) 
l'occidente è, a vari gradi, dominante. non abbiamo conosciuto nient'altro. noi, i nostri padri, i nostri nonni hanno conosciuto solo questo.
le nazioni occidentali sono naturalmente dominanti.
il modello occidentale è universale.
l'occidente ha un'autorità naturale sul resto del mondo.
l'occidente pensa a sé stesso come alla cultura più cosmopolita, in realtà è la più provinciale.
stato-nazione vs stato-civiltà. gli stati occidentali hanno un'identità fortissimamente legata alla costituzione degli stati nazionali, l'identità cinese è legata a un'esperienza di civiltà più che di nazione. la cina è un paese enorme, con una grande diversità interna e un'organizzazione centralizzata. una diversa concezione di sovranità, che non implica un solo sistema (hongkong, macao, taiwan). malgrado la grande diversità etnica il 90% dei cinesi pensa sé stesso come han, e il senso di identità culturale cinese è molto forte. governance. per gli stati occidentali la legittimità del governo è una funzione democratica e lo stato ha un ruolo problematico. per la cina no: lo stato difende ed esprime la civiltà cinese, e non potrebbe avere funzione più importante. la stragrande maggioranza dei cinesi si dice relativamente o totalmente soddisfatta del governo. il governo cinese governa un sesto della popolazione mondiale, ed è efficiente. l'unione europea non è neppure lei democratica in sé (benché formata da stati loro stessi democratici) e non è efficiente. soft-power. misurare il soft-power è misurare l'appeal o la mancanza di appeal di un paese, ma la distinzione tra hard-power (potere militare ed economico) e soft-power (potere culturale) è aleatoria. di fatto il soft-power dipende dall'hard power: chi aspira ad essere povero, affamato e a frequentare scuole scadenti? la cina è un paese in via di sviluppo e come tale è poco attraente per i paesi sviluppati, ma è un modello sempre più attraente per gli altri paesi in via di sviluppo. nel 2009 i prestiti della cina all'africa superavano quelli della banca mondiale. la cina non ha una vera e propria storia coloniale di espansione militare. la cina è un paese già abbastanza grande e difficile da governare, le sue guerre sono sempre solo state guerre di confine. così come i paesi occidentali, la cina concepisce in modo universalistico la propria posizione nel mondo, ma il suo approccio non è espansionistico militare, la cina è il regno del centro, nei suoi confini, ed esercita sugli altri paesi un'influenza in ragione della propria superiorità culturale. il dominio dell'occidente è un fatto degli ultimi duecento anni, niente per il metro cinese.

le lezioni americane: diritti umani

stando qui è più facile. un utilissimo esercizio per allenarsi a cambiare il punto di vista.
WASHINGTON - The United States on Thursday released its controversial annual human rights report, once again pointing its finger at the human rights situation in other countries and regions, a notorious practice of interfering in other's internal affairs.
Ignorando gli evidenti risultati ottenuti dalla Cina nella tutela dei diritti e della libertà dei suoi cittadini, il rapporto immotivatamente critica la Cina per il continuo "deterioramento" delle questioni chiave della situazione dei diritti umani nel 2011. Erroneamente imputa le immolazioni di monaci e monache nelle regioni tibetane a "restrizioni politiche e mancanza di libertà religiosa". La Cina ha messo in chiaro che l'auto-immolazione di monaci e monache nelle regioni tibetane hanno motivi politici​, essendo parte della strategia della cricca del Dalai Lama per internazionalizzare la questione Tibet. La Cina è stata coerente nel respingere il rapporto in cui gli Stati Uniti puntano il dito contro la Cina, rispondendo a tutta le distorsioni e accuse. Si ritiene che il governo degli Stati Uniti stia continuando a utilizzare il tema dei diritti umani come strumento politico per diffamare le altre nazioni e per perseguire i propri interessi strategici. Il governo cinese si è impegnato a proteggere i diritti umani, e ha ammesso apertamente che ha divergenze con gli Stati Uniti sulle questioni relative ai diritti umani. E 'anche disposto a dialogare sul tema con gli USA sulla base di uguaglianza e rispetto reciproco, tuttavia si oppone decisamente all'ingerenza straniera negli affari interni della Cina con il pretesto dei diritti umani. In risposta al rapporto, la Cina sta stilando the Human Rights Record of the United States since 1998 per ribattere alle critiche impudenti degli Stati Uniti sulle condizioni di diritti umani in Cina.

sabato 26 maggio 2012

fotografie della settimana


panino di farina di riso con ripieno dolce di sciroppo caramellato.
insalata di loto piccante e torta dolce di riso e sesamo a vapore.
insegnante di cinese commerciale.
classe in preparazione alla gara canora (siamo arrivati terzi, ma a parimerito con altri).
rose a fianco della biblioteca.
compagna di classe giapponese (peccato si vede scorciata, lei è una vera principessa).
palco finale della serata durante la quale abbiamo cantato we are the world (al centro del palco riconoscerete sep vestito da sposo - faceva il presentatore - e per giunta con le lenti a contatto - deve essere davvero un traffico mettere le lenti a contatto)

domenica 20 maggio 2012

gusto cinese

a me piacerebbe che i cinesi avessero più fiducia in loro stessi anziché guardare tanto a occidente, che facessero vestiti moderni con gusto cinese nel taglio e nelle decorazioni - non dico il qipao, dico vestiti che si possano portare tutti i giorni - e che li indossassero loro per primi, che sviluppassero i loro propri oggetti di lusso, senz'altro non gli manca la tecnica né il repertorio, e la smettessero di spendere patrimoni a comprare louis vuitton gucci prada armani e imitazioni. a me poi louis vuitton pare davvero bruttissimo. 
sul mangiare poi non li compatisco. per me vedere un cinese adulto in carriera che mangia un big menu da asporto è uno schiaffo. il big menu è cattivo, fa male e costa assai più di un buon pasto cinese.
a shanghai pensano assai di più ai soldi che non qui, mi pare.
la mamma di fanli è venuta a trovarlo a pechino, da chengdu. gli ho chiesto com'è andata, cosa han fatto. mi ha detto, molto bene, abbiamo giocato a majiang. ieri con fanli dovevamo andare a vedere la città sotterranea. una cosa incredibile di cui c'è poca notizia. l'hanno aperta brevemente nel 2000 poi richiusa. ora è impossibile entrare. quindi ci siamo fermati in un posto a suo dire famoso a pechino che fa panini di riso ripieni di svariate cose. economici e così così. mi ha portato il suo libro di economia del primo anno: marxismo, principi fondamentali. ma è impossibile parlarne, con, lui, dice non lo sopporto, nessuno di noi lo sopporta, e chiude il discorso. fanli bigia le lezioni, studia per conto suo, gioca a pallacanestro e vuole venire a studiare a perugia.

sabato 19 maggio 2012

i love shopping & fine eating - capitolo dedicato:

chi mi conosce da vicino sa che mi scervello su questa questione dei consumi e della socialità legata ai consumi. mi sembra ultraverificato che meno mi ci devo immergere meglio sto. d'altra parte mi dico che è un obolo necessario alla vita di relazione, che le chiusure idologiche sono pericolose, che bisogna sperimentare i vari aspetti di una società per comprenderne le dinamiche, ed è un fatto che qui c'è abbondanza di cose non necessarie e un crescente numero di persone che le guarda, le prova, le conosce, le cerca, le soppesa, talora le compra. (infatti il mio compagno di classe pachistano e la mia compagna kazaka sono appassionati di vetrine e di acquisti, perché nei loro paesi non ci sono tutte queste cose da comprare). volontariamente derogare alla regola e scegliere attivamente di stare al gioco significa quindi accettare di entrare nel target e lasciarsi piovere addosso un dispiegamento di forze atte a condizionare i comportamenti per cui più che sperimentare il mercato diciamo ci si lascia sperimentare dal mercato. la sensazione che rimane è di più o meno forte alienazione. un consumatore felice è uno che compra e spende più del necessario, lasciando spazio a bisogni accessori la cui progressivamente raffinata soddisfazione dovrebbe dare un appagamento specialmente gradevole. il problema mio è che una volta appagati i bisogni elementari ovvero di essere nutrita, riparata, riposata e in salute, ho ingombranti bisogni immateriali concernenti la vita intellettuale e di relazione, rispetto ai quali sono senza mezzi termini viziata, e soddisfarli richiede mezzi, impegno, disciplina e coinvolge altri esseri umani. per questo non mi piace fare shopping e andare per locali: rispetto a quello che più mi serve, perdo tempo.
rating positivo: ho comprato vestiti sobriamente allegri e relativamente economici da uniqlo (catena giapponese) www.uniqlo.com e ho mangiato squisiti canestrini di fagottini pieni di carne e brodino al vapore al din tai fung (catena taiwanese) www.dintaifung.com.tw/en/index.asp

tang!

nel parco davanti a casa, un parco lungo tipo le caprette, c'è un rigagnolo che in questa stagione è secco e stagnante, e la sera si sentono forte le rane. quando fa già buio, dopo le dieci, capita che qualcuno suoni uno strumento a corde e canti, come si legge nelle poesie tang.

sommario dell'ultimo mese - cosa cambia

questo ultimo mese sono riuscita a scrivere meno del solito. lo ripercorro brevemente per spiegarvene i motivi.
la preparazione degli esami di medio periodo è stata assorbente e molto intensa e ci ha lasciati tutti, non solo me, parecchio stanchi e ci ha tolti ciascuno dalle proprie abitudini - le mie erano la lettura quotidiana del giornale, che compravo in edicola, e la lettura di testi semplificati o introduttivi di argomento economico. queste attività complicavano un po' il ragionamento sulle cose, portandolo su contenuti interessanti che le lezioni e le amicizie raramente affrontano, e potevo dedicarmici assiduamente non avendo altre occupazioni. la visita di vitto e il viaggio in shandong, il viaggio a shanghai per il compleanno di serena e subito dopo la visita di serena a pechino, le lezioni di italiano a fanli - regolari una volta alla settimana, l'amicizia con hajime - che mi coinvolge più o meno attivamente nelle sue vicende, l'inizio di un'attività con embassy pechino - iniziata spot da casa e che proseguirà un pomeriggio alla settimana in ufficio, hanno movimentato molto la mia vita disordinandola e togliendole quella pacatezza che fin qui mi permetteva di scrivere così a lungo. ho finito le pastiglie di antistaminico - col risorgere dell'allergia alla polvere che mi prende al risveglio e quando mi addormento - ed è cambiato il tempo - per diversi giorni ha fatto molto caldo, e tuttora c'è mediamente un'escursione termica di 17 gradi tra il giorno e la notte, e anche a queste cose il corpo si è dovuto abituare. dato il caldo mi sono dovuta decidere a comprare vestiti estivi, il che mi ha catapultato nel grande mondo dello shopping, e facendo vita meno ritirata per via delle persone che ho incontrato, sono uscita più spesso di prima (che era praticamente mai) al ristorante (che si differenzia dai chioschi sulla strada e non è quasi mai cinese). questa impennata dei consumi ha rotto un po' l'incanto e la perfetta quadratura della vita monastica.
[segue capitolo dedicato]
anche la scuola ha preso un passo più rocambolesco: abbiamo spesso compiti (sensati) di piccolo gruppo, e (uh!) due esibizioni canore la settimana prossima che richiederanno prove (una competitiva, karaoke cinese, con la classe - che come capoclasse mi chiama in causa essendo un evento ufficiale cui è obbligatorio partecipare secondo il regolamento scolastico e chiede anche coreografia e abiti, non fatela così facile; e una col comitato studentesco, non competitiva ma psicologicamente assai più faticosa - perché organizzata da hajime che è un perfezionista piombato le cui priorità mi sfuggono su vari livelli, e mi ha tirato dentro - la mia funzione si limita al sostegno morale, ovvero ad ascoltare lunghi discorsi sulla quantità di microfoni, quando è in buona, e su doveri e diritti della partecipazione volontaria, quando si mette male. ho fatto la mia parte e allego fieramente il volantino - l'ho fatto dall'aula studio, senza tavoletta grafica, stampabile in bianco e nero, il disegno era in rete) e diversi appuntamenti gastronomici e extrascolastici coi nostri insegnanti. è un mal di testa, ma tra un mese e poco finiscono le lezioni, considerato l'oscuramento delle menti dei 10 giorni pre-esame diciamo che resta un mese solo di lezione vera e propria, e anche per riguardo ai compagni di scuola - che difficilmente riincontrerò - e agli insegnanti - che si spendono molto umanamente per noi e mostrano di volere assolutamente rimanere in contatto - si cerca di dare il meglio anche in questi contesti un po' improbabili.
questa cosa dei compagni di scuola e di casa dei soggiorni all'estero non è da sottovalutare. i primi tempi qui mi tornavano continuamente in mente i miei compagni di scuola e di casa di taipei, con una forza spaventosa. stando così lontano si trasferisce temporaneamente la sfera affettiva di sopravvivenza quotidiana e per quanto non siano relazioni in cui si riesca ad entrare interamente, per il tempo breve e a scadenza e per l'azzardo culturale costante, sono tuttavia fondamentali per l'equilibrio mentale: senza queste sarebbe davvero una grande strana opaca solitudine.
adesso che vi ho spiegato, chiarito il contesto a grandi linee, andrò meglio a documentare i prossimi tempi.
e in un prossimo post vi parlerò dei miei coinquilini. 







poster commemorativi per il 9 maggio.
tagliatelle in brodo e spaghetti freddi.
le due compagne thai alle prove di canto domenica
(quella con la coda di cavallo avrà il microfono femminile
per la gara di karaoke di mercoledì, essendo di fatto la
più intonata).

il sogno della camera rosa

ho sognato una grande casa rosa con le ruote. non era grande in assoluto, ma per avere le ruote sì.

domenica 13 maggio 2012

compleanno a shanghai
















avevo voglia di rivedere la sere perché è un'amica di lunga data e perché ho pensato molto a lei in questi mesi, da quando ho cominciato a pensare di poter diventare anche io una expat. la sere vive a shanghai da nove anni ed è direttore generale di due filiali cinesi con casa madre italiana. mercoledì mi ha mandato un messaggio per invitarmi al suo compleanno, questo sabato, e sono andata a prendere i biglietti del treno. pechino-shanghai sono 4 ore e 48 minuti col treno ad alta velocità e il biglietto costa 555 rmb. sono partita venerdì dopo lezione e sono di ritorno ora. la sere mi ha ospitato in casa sua, un appartamento molto grande al 28esimo piano di un residence decisamente elegante. abbiamo passato il sabato a preparare la festa, che è riuscita direi bene. ha scelto i piatti che voleva preparare su giallo zafferano e siamo andate a fare la spesa in due grandi supermercati, uno pieno di prodotti importati e un altro cinese. abbiamo cucinato: peperoni in agrodolce, torta pasqualina, ragù alla bolognese, sacher, crostata con crema pasticcera e more fresche. non avendo molta inclinazione per la cucina, mi sono prestata per funzioni ausiliarie: pulire e tagliare la verdura, lavare e tenere in ordine gli attrezzi da cucina man mano, mescolare le cose sul fuoco, eccetera. con soddisfazione aggiungo che sono intervenuta in tre momenti critici, risolvendoli brillantemente: tirare la sfoglia della pasqualina con la cannella, salvare la crema pasticcera dai grumi e stendere la pasta frolla della crostata. alla festa eravamo in sette. il vino bianco era buono e anche la pietanza, tutto riuscito. mi sono trovata bene, devo dire. persone accoglienti e semplici nei modi, malgrado le posizioni importanti. però, sopra a tutto, un senso di vuoto. sono contenta e ho quasi fretta di tornare a pechino, nel mio condominio cinese, col vicinato cinese, la sarta il ciabattino e i bambini che giocano in strada, a mangiare dormire parlare vedere cinese. in nove anni immagino faccia ora a passare (forse) ma io sono certamente ancora e intensamente nella fase dell'innamoramento e della fusione. beijing mon amour!




al supermercato a shanghai

giovedì 10 maggio 2012

ascoltato per voi: Dr. George J. Gilboy, stati uniti vs india e cina, a modest proposal

ieri sera sono andata a sentire al bookworm la presentazione di questo libro, che è appena uscito (solo in inglese):
Chinese and Indian Strategic Behavior: Growing Power and Alarm is a side-by-side comparison of Chinese and Indian international behavior, focusing on strategic culture, foreign policy and use of force, military modernization
and transparency and international economic strategies.
Dr. George J. Gilboy è ricercatore senior presso il Centro Studi Internazionali del MIT e Membro del Comitato Nazionale delle relazioni Stati Uniti-Cina.
come per gli altri eventi a cui ho partecipato, mi sembra che il livello del discorso fosse decisamente alto. non sono ferratissima in materia, ma provo a riportare i punti centrali.
lo studio con approccio decisamente scientifico analizza e mette a confronto il comportamento strategico dei due paesi ovvero: cultura strategica, politica estera, politica militare, politica commerciale. dati alla mano (voti su risoluzioni UN, spese militari, alleanze commerciali) il comportamento strategico dei due paesi non è nettamente divergente.
invece la percezione degli stati uniti (in particolare del dipartimento della difesa) è che la cina sia un rivale alla pari e che l'india sia un alleato naturale. ecco: il signor gilboy mette in guardia gli stati uniti, in particolare il dipartimento della difesa, e straconsiglia di rivedere l'approccio.
vediamo i punti salienti.
voti su risoluzioni UN: nella stragrande maggioranza dei casi cina e india hanno votato allo stesso modo e spesso con voto contrario a quello USA.
spese militari fuori budget: gli stati uniti esprimono frequentemente preoccupazione per la spesa militare cinese fuori budget e per la mancanza di trasparenza. effettivamente non sono calcolate le pensioni, le spese per le forze paramilitari, e certa parte di ricerca e sviluppo. rimane il fatto che rimisurati i budget reali (pari a 1,4-1,5 volte quelli ufficiali), il discostamento cinese e quello indiano sono proporzionalmente identici (e anche quello statunitense si discosta allo stesso modo). misurate sul GDP, l'india fa uno sforzo maggiore della cina per armarsi: nel 2010 la cina ha speso 2% del GDP in spese militari, l'india il 3%.
economia. il volume del commercio tra stati uniti e cina è 10 volte quello del commercio tra stati uniti e india.
contrariamente a quanti parlano di cindia, mettendo sullo stesso piano le due economie, stiamo parlando di situazioni molto differenti: l'economia cinese è 4-5 volte quella indiana, e molto più aperta al commercio internazionale. gli stati uniti esprimono spesso scontento per problemi di dumping, proprietà intellettuale eccetera. anche sotto questo aspetto i due paesi sono più simili di quanto percepito: le perdite stimate nel traffico con entrambi sono le medesime, in proporzione al volume degli scambi, e il genere di problemi è il medesimo. (dati alla mano, la cina è data meglio dell'india sulla sicurezza negli scambi).
cina e india hanno una loro agenda che prevede un diverso modello di sviluppo e di gestione della finanza internazionale, e entrambi i paesi hanno espresso ed esprimono obiezioni sulle scelte in politica internazionale, come anche sulla distribuzione della ricchezza e sulle regole imposte dai paesi fin qui dominanti. il brics non esiste altro che in opposizione ai poteri forti tradizionali. anche sulla questione ambientale, la cina ha rifiutato il target imposto dai paesi sviluppati che avrebbe limitato la crescita e si è data un target di efficienza interna (adottato pari pari dall'india) che ridurrà le emissioni. mentre gli stati uniti non stanno facendo niente per ridurre le emissioni.
gli stati uniti dovrebbero prendere sul serio questi fattori e abbandonare l'idealismo in politica internazionale che mira a estendere internazionalmente una giustizia come gli stati uniti la concepiscono, e optare per un approccio più misurato basato sugli equilibri di interessi e potere. in sostanza: l'idea che l'america si è fatta che l'india interverrebbe a suo fianco in un ipotetico conflitto in asia orientale è un'idea campata per aria. l'india (come la cina) è un paese popoloso che sta uscendo dalla povertà, ha bisogno di pace, ha la sua propria agenda, di sviluppo e crescita, e ha buone relazioni con la cina. gli stati uniti pensano di usare l'india contro la cina, ma l'india ha le sue idee, non vuole farsi usare. il signor gilboy consiglia vivamente che gli stati uniti compiano un maggior sforzo di conoscenza, comprensione, miglioramento delle relazioni politiche e diplomatiche e potenziamento degli scambi con l'india, piuttosto che - come sta accadendo - armarla. consiglia inoltre di cambiare strategia per mantenere supremazia militare in asia orientale, abbandonando le azioni provocatorie - truppe vicine al confine, attacchi preventivi eccetera - per una strategia piuttosto resiliente.

lunedì 7 maggio 2012

mitico sep, siamo tutti con te!

sep ha ventun'anni. studia economia in un'università di tokyo. è rimasto indietro di un esame apposta perché ha vinto la borsa di studio per venire in cina un anno, e se si fosse laureato l'avrebbe persa. prima di laurearsi in giappone bisogna già muoversi per trovare lavoro. in giappone è indispensabile trovare lavoro appena laureati, perché tutti trovano lavoro appena laureati, e non trovarlo significa non trovarlo più, rovinarsi la carriera per sempre. quello che si fa prima della laurea è partecipare alle presentazioni delle aziende, poi se ne scelgono alcune, si manda la documentazione completa e si inizia la trafila dei colloqui. non mi ricordo se anche esami scritti presso le aziende stesse. ciascuna selezione consta di tre colloqui, di cui l'ultimo formalmente impegnativo (per il postulante, a cui viene chiesto se ha già scelto di lavorare per l'azienda e deve obbligatoriamente rispondere di sì, non per l'azienda che si riserva di dare una risposta). il lavoro in un'azienda in giappone dura tutta la vita. sep è preoccupato di trovare l'azienda giusta. sep dice che si sposerà a trentacinque anni, perché ha fatto i conti che a trentacinque anni avrà guadagnato abbastanza per pagare la scuola ai tre figli che vorrebbe avere (lui ha due fratelli, pià grandi). delle volte ha la faccia molto scura per le cose che deve fare e vedo bene che è molto preoccupato e continua a darsi dei compiti su come usare il tempo. è un peccato perché fa amicizia facilmente con persone di tutte le età e di tutte le provenienze, non si lascia impressionare dallo sporco e canta benissimo. io capisco che uno si senta un po' schiacciato dalle prospettive.

domenica 6 maggio 2012

roma non fu fatta in un giorno (germania)




questi canestrini mangiati oggi in una città dei sapori sotterranea in pieno centro, proprio buonissimi!
comprati vestiti estivi, tre pantaloni e cinque magliette. i più normali che ho trovato. giapponesi uniqlo. disegni dei peanuts e winnie the pooh.
comprato un dizionario fatto benissimo cinese inglese, uno di mille chengyu (espressioni di quattro caratteri dietro a cui sta una storia, bisogna conoscerli per capirli e non è banale saperli usare. per qualunque studente di cinese non principiante, la sfida di imparare i chengyu è sempre aperta. ogni tanto mi compro un libro per farmi coraggio, ma ci vorrebbe la memoria di pico della mirandola!), un dizionario piccolo dei modi di dire educativi per la scuola (in un'antologia che comprende anche modi di dire di altri paesi entrati nell'uso, tipo: una perifrasi di l'abito non fa il monaco - dato come italiano, e letterale invece roma non fu fatta in un giorno, che è dato come modo di dire tedesco)
fa molto caldo, bisogna fare le uscite intelligenti.  se (come oggi) sto in giro nelle ore calde mi viene il mal di testa.
esco a vedere la luna piena grandissima, una mezzora.

giovedì 3 maggio 2012

quanta allergia!

finite le pastiglie di antistaminico. così, torno a sternutire e a grattarmi. io che pensavo che la cina mi avesse guarita... 

minima

riprendo gramsci, per non rincoglionire del tutto tra la voce dell'economia (radio FM 96.60) e il china daily. leggo le lettere in fila, a tania e a giulia. lui avrà anche amato di più giulia, ma a me non sembra, e comunque tra le due preferisco sicuramente la parte riservata a tania: le scrive più spesso, più a lungo, sono lettere più intime e più divertenti. a giulia scrive lettere tutte uguali e piuttosto lagnose: non sembra neanche lo stesso uomo. è interessante, fa riflettere. di gramsci, mi è spiaciuto leggere di come abbia cambiato opinione su di un uomo dopo aver saputo che reato aveva commesso.
sono ai ferri corti col mio compagno coreano. entra e accende i due neon, anche se la luce naturale nell'aula è sufficiente. poi va a pisciare, e io spengo i neon. sto sviluppando una preoccupante antipatia verso molte delle manifestazioni del carattere nazionale di questo popolo, devo sforzarmi di tenerla a freno.

mercoledì 2 maggio 2012

Pubblicità e cultura nazionale - DA NON PERDERE

compito sulle pubblicità in tv nei vari paesi.
io vado sicura con la barilla: pieno stereotipo italiano, non manca niente.

però vorrei condividere con voi questa hazaka e questa thai, pubblicità di assicurazioni. non serve conoscere la lingua, si capisce benissimo.
sono rimasta scioccata. aspetto i vostri commenti.


antologia punk dall'album di vitto