domenica 15 luglio 2012

esordio, 1-2 luglio


g. arrivato puntuale alle due passate, un'ora dopo l'atterraggio (un poco in anticipo) del CA 950, all'uscita B, più alto di come me lo ricordavo, e più disteso di quanto mi aspettassi. caldo fortissimo, prendiamo pullman linea 9, condizionato banco dei surgelati, e scendiamo al capolinea. aspettiamo kathe una ventina di minuti all'ombra afosa della fermata. andiamo alla polizia e registriamo g. per la permanenza temporanea (che è da fare entro le 24 ore, chi sta in albergo la fa l'albergo, chi sta ospite la fa l'ospitante). kathe ci lascia a una fermata della metro e cambiamo tre linee per arrivare a casa. siamo a casa verso sera. il ciabattino, la sarta, non manca nessuno. il palazzo è in ordine. anche la casa è in ordine, è domenica, yangping sapeva che g. arrivava e ha pulito bagno cucina e sala. una pulizia molto sommaria, ma l'effetto è quello di uno squallore misurato. svuotiamo la valigia da tutti gli ingredienti di prima scelta - guanciale, pecorino, parmigiano, taralli, grissini... per fare la cena italiana ai compagni di scuola, l'indomani. più kinder colazione più, moka e caffè per hajime. la cena sarà un successo e hajime è tuttora in fibrillazione per l'uso della moka, rispetto a cui continua a mandare messaggi su lavaggio e manutenzione. la pasta aveva proprio sapore di casa. io provo emozioni contrastanti, in merito a questo. in fuga dalla cucina italiana. tornando al primo giorno, a cena siamo andati a mangiare al ristorante xinjianghese all'angolo, spiedini di carne, arachidi e fagiolini bolliti, e birra harbin. quando lo guardavo pensavo che bello doveva essere stare lì seduti a chiacchierare. sogno realizzato in tempo record. poi g. ha provato a fare un massaggio: ultima settimana di fuoco al lavoro, aereo e aria condizionata - g. ha male, è mezzo bloccato. temevamo di trovare chiuso, invece questo posto fa 12-2. massaggio molto energico, g. esce a pezzi, contiamo che domani sia nuovo, invece mica molto. rientriamo. dopo qualche ora abbiamo la sveglia per la partita (italia spagna, finale del campionato europeo). andiamo a vederla a sanlitun (la pechino da bere). gli italiani che ho sentito andavano tutti lì. poi qualcuno ha cambiato idea ed è andato a wudaokou (polo delle università) ma io a wudaokou non sono mai andata, non saprei orientarmi. tassisti molto laconici, per la prima volta. sanlitun è già mezza spenta, tranne la solita strada di malatang e kaochuan. troviamo altri italiani hangzhouesi disorientati, andiamo insieme al maxischermo allestito fuori da uno dei ristoranti italiani della zona. non ci si siede, e la tifoseria italiana e spagnola è mischiata. alla fine del primo tempo rientriamo in zona jingmao (mia università) e vediamo malinconicamente il secondo tempo al lakers. tutti tifosi cinesi, i più tifano italia, aria di disfatta, bottiglie vuote, fondi di birra, bucce di arachidi e fagioli verdi riempiono i tavoli, anche qui. albeggia. fischio finale, 4-0 per la spagna. torniamo a casa a piedi, non è lontano. mezzi morti. dormiamo qualche ora. g. dorme poco e si sveglia tutto un dolore. il materasso è duro, anche io avevo impiegato del tempo ad abituarmi. tanto che la cuccetta dura del treno per il shanxi mi era sembrata una favola. il secondo giorno dedicato alla cena per la classe e a brancolare nel caldo e g. a controllare il dolore, che ogni tanto prende il sopravvento e lo stende. compriamo le ciabatte di plastica. cipolla aglio pomodorini pepe sale. la cena riesce, la serata è allegra, io sono davvero troppo stanca e g. apparentemente tiene botta meglio di me - o più probabilmente è solo molto più educato. di notte lui non dorme, per il male, fino all'oki. io me ne accorgo ma non ho la forza di alzarmi e aiutarlo.

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