ieri sono uscita per la prima volta da turista. piazza tian an men, museo nazionale, hutong.
piazza tiananmen è molto grande, piena di transenne, bisogna fare dei sottopassaggi per passare da una parte all'altra e sottoporsi a un controllo della persona e del bagaglio ad ogni accesso alla piazza. è piena di turisti cinesi che mi sembravano per la gran maggioranza dei casi venire dalle campagne. hanno la pelle scura e segnata, spesso ridono, sono un po' spernigati, hanno vestiti poverissimi e spaiati. uno dei problemi principali e degli obiettivi principali del governo cinese è migliorare la situazione delle aree rurali, che sono ancora poco servite e molto povere. c'è una massiccia migrazione interna dalle zone rurali alle città, e spesso i lavoratori che arrivano in città non si registrano e sono diciamo clandestini. le persone di campagna (e di montagna) di distinguono sia per l'aspetto che per l'accento. parlano in dialetto e anche quando parlano mandarino (che in verità qui si chiama putong hua, lingua normale) hanno una pronuncia molto marcata storpiano diversi suoni. al mausoleo di mao e al palazzo dell'assemblea del popolo bisogna entrare senza nessun bagaglio e ci tornerà apposta un altro giorno.
il museo nazionale è bello e gratuito. ho visto i padiglioni di storia contemporanea, dal crollo dell'ultima dinastia ad oggi. l'ho visto al contrario. in foto il primo pannello che ho letto, l'ultimo della mostra. mi sono messa a piangere. anche io voglio vivere in un grande paese socialista che sente la responsabilità della storia! c'erano molti visitatori cinesi, lavoratori in abito da lavoro, che guardavano ogni cosa con attenzione.
c'era anche una mostra temporanea di pittura rivoluzionaria.
gli hutong, i vicoli nei pressi del centro di pechino con le case tradizionali, i pochi salvati dalla demolizione, sono un'attrazione turistica, pare di andare nelle riserve, e sono pieni di locali chic e caffè alla moda e negozi per turisti. una abbastanza mortificante, non credo ci tornerò.