sabato 9 giugno 2012

diventare sinofoni

la verità è che pochi se lo possono permettere, ma di recente mi è capitato camminando nella metro (i cambi tra una linea e l'altra sono delle piccole affollate escursioni, per lunghezza e dislivello) di sentire ragazzi occidentali parlare un cinese davvero fluente, non dico per ricchezza lessicale perché eran discorsi da tutti i giorni, ma impressionantemente locale per intonazione e cantilena, e lo sfoggiavano come altri portano in giro una bella donna o guidano una macchina di grossa cilindrata, perfettamente immaginando l'effetto, con gente che si voltava più volte per accertare che non fossero cinesi a parlare. sentito anche ragazze, al centro studio, un'inglese e una polacca, direi.
l'insegnante di conversazione, un'insegnante molto severa e molto dedicata al suo lavoro, è uscita con l'infelice trovata che la lingua è una questione di DNA e che gli orientali avrebbero a suo dire qualche vantaggio genetico (legato forse al gene degli occhi a mandorla?) ad imparare il cinese. questo è falso e razzista. anche se i vantaggi della parentela linguistica e della vicinanza culturale si riflettono in molti aspetti, dalle parentele linguistiche (un amico vietnamita mi spiegava che la somiglianza lessicale tra il vietnamita e il cinese gli permette di azzeccare sinonimie e sfumature di significato, i compagni di scuola giapponesi spesso non fanno altro che pronunciare in cinese i kanji - caratteri cinesi usati i giapponese) alla consuetudine di mangiare con le bacchette o di mangiare il riso, o di girare con l'ombrello da sole, o di come ci si rivolge a un insegnante, o di come si risponde a un complimento. tutto questo ha ripercussioni nella lingua intesa tutta quanta, testo e contesto. non significa che gli orientali imparino il cinese meglio degli occidentali, anzi, può succedere come per l'inglese, che potendo parlicchiarlo o leggicchiarlo più immediatamente di fatto si accontentino di una confidenza sinofona mediocre, come noi spesso facciamo con l'inglese. 
diventa anche sempre più affascinante la questione dei grandi dialetti parlati dai cinesi e specialmente dai cinesi del sud-est asiatico (cantonese, hokkien, hakka) in contrapposizione al mandarino. 

1 commento:

  1. Fallire la propria vita significa accedere alla poesia, senza il talento del genio (Emile Cioran)

    Alcuni cercano la gloria, altri la verità .
    Io mi permetto di schierarmi fra questi ultimi.
    Un compito irrealizzabile ha più fascino di una meta accessibile (E. Cioran )

    Ciò che rende interessante un libro e' la quantità di sofferenza che contiene.
    non sono le idee, sono i tormenti del' autore a catturarci, sono le sue grida i suoi silenzi , il suo smarrimenti, le sue contorsioni, le sue frasi cariche di insolubile.
    Di regola, e' falso tutto ciò che non nasce dalla sofferenza , (E. Cioran )

    La metafisica e a maggior ragione, la Teologia sono di antropomorfismo scandaloso. Entrambe si riducono a una suprema ci etteria del' uomo in estasi di fronte al proprio genio. Appena si da' uno sguardo ai suoi vaneggiamenti non ce ne e' uno che non sfugga al ridicolo( E.Cioran )

    Un libro e' fecondo e durevole solo se e' suscettibile di interpretazioni diverse.
    Le opere che si possono definire sono essenzialmente effimere.
    Un opera vive grazie ai malintesi che provoca . ( Emile Cioran )

    RispondiElimina