giovedì 10 maggio 2012

ascoltato per voi: Dr. George J. Gilboy, stati uniti vs india e cina, a modest proposal

ieri sera sono andata a sentire al bookworm la presentazione di questo libro, che è appena uscito (solo in inglese):
Chinese and Indian Strategic Behavior: Growing Power and Alarm is a side-by-side comparison of Chinese and Indian international behavior, focusing on strategic culture, foreign policy and use of force, military modernization
and transparency and international economic strategies.
Dr. George J. Gilboy è ricercatore senior presso il Centro Studi Internazionali del MIT e Membro del Comitato Nazionale delle relazioni Stati Uniti-Cina.
come per gli altri eventi a cui ho partecipato, mi sembra che il livello del discorso fosse decisamente alto. non sono ferratissima in materia, ma provo a riportare i punti centrali.
lo studio con approccio decisamente scientifico analizza e mette a confronto il comportamento strategico dei due paesi ovvero: cultura strategica, politica estera, politica militare, politica commerciale. dati alla mano (voti su risoluzioni UN, spese militari, alleanze commerciali) il comportamento strategico dei due paesi non è nettamente divergente.
invece la percezione degli stati uniti (in particolare del dipartimento della difesa) è che la cina sia un rivale alla pari e che l'india sia un alleato naturale. ecco: il signor gilboy mette in guardia gli stati uniti, in particolare il dipartimento della difesa, e straconsiglia di rivedere l'approccio.
vediamo i punti salienti.
voti su risoluzioni UN: nella stragrande maggioranza dei casi cina e india hanno votato allo stesso modo e spesso con voto contrario a quello USA.
spese militari fuori budget: gli stati uniti esprimono frequentemente preoccupazione per la spesa militare cinese fuori budget e per la mancanza di trasparenza. effettivamente non sono calcolate le pensioni, le spese per le forze paramilitari, e certa parte di ricerca e sviluppo. rimane il fatto che rimisurati i budget reali (pari a 1,4-1,5 volte quelli ufficiali), il discostamento cinese e quello indiano sono proporzionalmente identici (e anche quello statunitense si discosta allo stesso modo). misurate sul GDP, l'india fa uno sforzo maggiore della cina per armarsi: nel 2010 la cina ha speso 2% del GDP in spese militari, l'india il 3%.
economia. il volume del commercio tra stati uniti e cina è 10 volte quello del commercio tra stati uniti e india.
contrariamente a quanti parlano di cindia, mettendo sullo stesso piano le due economie, stiamo parlando di situazioni molto differenti: l'economia cinese è 4-5 volte quella indiana, e molto più aperta al commercio internazionale. gli stati uniti esprimono spesso scontento per problemi di dumping, proprietà intellettuale eccetera. anche sotto questo aspetto i due paesi sono più simili di quanto percepito: le perdite stimate nel traffico con entrambi sono le medesime, in proporzione al volume degli scambi, e il genere di problemi è il medesimo. (dati alla mano, la cina è data meglio dell'india sulla sicurezza negli scambi).
cina e india hanno una loro agenda che prevede un diverso modello di sviluppo e di gestione della finanza internazionale, e entrambi i paesi hanno espresso ed esprimono obiezioni sulle scelte in politica internazionale, come anche sulla distribuzione della ricchezza e sulle regole imposte dai paesi fin qui dominanti. il brics non esiste altro che in opposizione ai poteri forti tradizionali. anche sulla questione ambientale, la cina ha rifiutato il target imposto dai paesi sviluppati che avrebbe limitato la crescita e si è data un target di efficienza interna (adottato pari pari dall'india) che ridurrà le emissioni. mentre gli stati uniti non stanno facendo niente per ridurre le emissioni.
gli stati uniti dovrebbero prendere sul serio questi fattori e abbandonare l'idealismo in politica internazionale che mira a estendere internazionalmente una giustizia come gli stati uniti la concepiscono, e optare per un approccio più misurato basato sugli equilibri di interessi e potere. in sostanza: l'idea che l'america si è fatta che l'india interverrebbe a suo fianco in un ipotetico conflitto in asia orientale è un'idea campata per aria. l'india (come la cina) è un paese popoloso che sta uscendo dalla povertà, ha bisogno di pace, ha la sua propria agenda, di sviluppo e crescita, e ha buone relazioni con la cina. gli stati uniti pensano di usare l'india contro la cina, ma l'india ha le sue idee, non vuole farsi usare. il signor gilboy consiglia vivamente che gli stati uniti compiano un maggior sforzo di conoscenza, comprensione, miglioramento delle relazioni politiche e diplomatiche e potenziamento degli scambi con l'india, piuttosto che - come sta accadendo - armarla. consiglia inoltre di cambiare strategia per mantenere supremazia militare in asia orientale, abbandonando le azioni provocatorie - truppe vicine al confine, attacchi preventivi eccetera - per una strategia piuttosto resiliente.

1 commento:

  1. Mi rifiuto di diventare una
    che cerca cure.
    Nient'altro mai mi e' servito se non
    quello che gia' contenevo in me .
    Vecchie cose , diffuse, senza nome,
    premono forte sopra il mio cuore .
    E' da qui che mi viene la forza
    anche quando mi manca la forza ,
    anche quando mi si rivolta contro
    come un padrone violento.
    Adrienne Rich (1929-2012)
    Santa Cruz

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