domenica 11 marzo 2012

aereoporto a colazione

forse dura il vostro sabato sera. il mio si è risolto nel giro a teatro a prendere il biglietto per martedì. con deviazione al ritorno dalla venditrice di baozi all'angolo, due baozi buonissimi, uno con le verdure verdi e uno con le melanzane. (1 yuan ciascuno). il giornale costa 1,5 yuan. poi sono andata avanti a studiare. di mattina mi sveglia la signora del guilin che attacca la cappa e tremano i vetri. le ho detto senti che casino fa la cappa, mi sveglia! lei ha detto eh già ma se non la attacco ci avveleniamo. aspira, a suo dire, dei veleni che altrimenti rimangono nel cibo. non sono un'esperta di cappe e non intendo cimentarmi in un corso di scienze col la signora analfabeta del guilin. quindi, amen. quando accende la cappa sembra di essere in aereoporto. è che loro cucinano anche per colazione, carne spaghetti verdure.
aggiungo anche una nota sulla classe. alì, il mio compagno pachistano: gli ho detto bellissimo il pachistan, ho visto la valle dell'hunza, peshawar, karachi. la gente molto accogliente. lui ha detto, proprio così come dici, peccato che a leggere il giornale la gente si faccia tutt'un'altra idea. gli ho detto che già, all'america fa comodo che la gente pensi male. sì sì, era d'accordo - e piuttosto sollevato. lui parla spesso con gli operai che lavorano intorno alla scuola. direi che è quello un po' più sveglio della classe, e non è una gran gara. i giappi e le giappe, le thai, i coreani e le coreane sono lenti e trasognati, delle volte mi innervosisco. la tedesca alla pari nella famiglia cinese è in piena sperimentazione identitaria, arriva con strane acconciature orientali, è tormentata, si domanda (e mi ha confidato questo dubbio) come mai dopo un trimestre (il suo primo trimestre di cinese) non è più brava di tutti noi che siamo appena arrivati. l'olandese è snob e mica tanto simpatico (meglio comunque dei tre francesi dell'altra classe, decisamente insopportabili). ha occhiali più grandi dei miei, legge coi toni perfetti (maledetti laboratori linguistici olandesi!) si è messo in banco con la tedesca e rifiuta di darsi un nome cinese, come è consuetudine per gli stranieri che studiano in cina. il motivo di scegliersi un nome cinese è pratico: deve potere essere scritto coi caratteri, e la gente lo ricorda e lo usa per chiamarti. qui tutte le parole occidentali - compresi i nomi propri - sono traslitterate (qualche volta veramente tradotte) e scritte in caratteri.

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