martedì 6 marzo 2012

e una calice di vino offriremo alla fortuna

lotto con la burocrazia scolastica per cambiare classe, entro la fine della settimana dovrei spuntarla.
nel frattempo studio delle cose di mattina e diverse il pomeriggio. una bella lavatrice. ho una fida collaboratrice iraniana con cui è stato amore a prima vista che frequenta il corso dove dovrei presto approdare che mi fa i riassunti delle lezioni e mi passa le fotocopie. putroppo lavora e il pomeriggio non posso andarci a pranzo e chiacchierare. è blandamente velata, si è minutamente informata della mia situazione coniugale, ma non ha battuto ciglio. persepolis!
visto il beijing center dei gesuiti americani, consigliato da voci autorevoli e amici cari. m'è parsa un'americanata. una ricostruzione tardoimperiale, di un'eleganza lussuosa e impeccabile, con una biblioteca affascinante, mentre al piano sotto i corridoi sanno di piscio, strettamente riservata agli studenti americani del programma, mi hanno concesso giusto una sbirciatina, guardandomi di traverso. sarà che a pranzo ho seguito le compagne tailandesi che si sono infilate in una becerissima bettola per studenti che ha impregnato i vestiti di un odore di rosticceria cinese con la cappa che tira male... tant'è, sono tornata fieramente al piano di sotto, chiacchierando con la bidella, e mi sono messa in un'aula vuota a studiare (finché non ho la tessera dello studente, niente biblioteca), con altri studenti sparsi (c'era anche l'insegnante di assicurazioni). pomeriggio proficuo.
oggi una giornata bella, tersa, di sole. tante ore di luce.
verrà la primavera e avrà i tuoi occhi, amore (ratti della sabina, sonatina).
mi sa che questo fine settimana, per premio, torno a teatro. di gran lunga la cosa migliore che ho fatto fin qui.

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